Questo articolo vuole essere di aiuto ai genitori ed uno spunto di riflessione per noi osteopati che ci rivolgiamo ad un mondo come quello del neonato dove collaborazione e sinergia con tante altre figure professionali può fare veramente la differenza nei risultati che otteniamo su questi bimbi.
Tante sono le domande che spesso un osteopata riceve dai genitori, ecco alcune delle più frequenti.
#1 – Come si prende un neonato?
E’ importante offrire sempre un sostegno alla testa dato che non ha ancora sviluppato le capacità di controllare i muscoli del suo corpo, ad esempio quando è sdraiato, per sollevarlo, è consigliabile mettere la mano sotto il collo con il palmo che sostiene la testa, piegarsi in modo che l’avambraccio segua la linea della sua schiena e con l’altra mano sotto il sedere.
#2 – Come ci si posiziona durante l’allattamento?
Nelle prime settimane, una posizione corretta sia della mamma che del bambino è molto importante per evitare dolori ai capezzoli e consentire al bambino di poppare bene. Se la preparazione all’allattamento risulta complicata si può contattare una consulente dell’allattamento che potrà dare tutte le informazioni e il sostegno necessari a rendere le cose più facili. Sempre più spesso le ostetriche, le consulenti dell’allattamento e gli osteopati lavorano in collaborazione per facilitare la corretta suzione ed il giusto equilibrio che dovrà instaurarsi tra la mamma ed il neonato. Bisogna ricercare una posizione comoda per la mamma, che dia un buon sostegno alla schiena, quindi si possono appoggiare in grembo dei cuscini per sostenere le braccia (in commercio esistono i cuscini per l’allattamento) e appoggiare i piedi su un poggiapiedi o su un grosso libro. E’ importante avvicinare il neonato, in modo tale che non debba girare la testa per arrivare al seno e abbia le anche flesse, la bocca e il naso devono essere rivolti verso il capezzolo. Bisogna sostenere il seno per evitare che prema sul mento del bambino, poi va stimolato ad aprire bene la bocca e avvicinato sostenendogli la schiena (non la testa) e facendo in modo che il mento si appoggi bene al seno, anche il suo nasino riuscirà a toccare il seno. E’ importante alternare sempre il seno da dare al bambino per stimolare entrambi i lati destro e sinistro del bambino, evitando così una crescita asimmetrica della faccia ed evitando che mantenga una rotazione della testa preferenziale.
#3 – Perché allattare al seno?
Dal punto di vista osteopatico, per il meccanismo di suzione che innesca: durante la suzione la mandibola si porta in avanti, la lingua viene spinta in alto e la sua punta si incurva comprimendo il capezzolo contro il palato duro, in pratica è come se il lattante mungesse il seno. Tutto questo favorisce un accrescimento osseo ed il giusto posizionamento della mandibola rispetto al cranio, favorendo una buona occlusione e anche un buon equilibrio della catena posturale che inizia a formarsi. Nell’allattamento artificiale il latte scende facilmente dal biberon, quindi la mandibola non si porta in avanti, ma si ha solo un movimento di apertura e chiusura, la lingua si posiziona sul biberon per non far uscire troppo latte, esercitando una pressione sul palato che lo fa innalzare restringendo le fosse nasali: le conseguenze sono respirazione orale, deglutizione atipica, malocclusioni. Il consiglio per chi allatta con il biberon é di utilizzare tettarelle più anatomiche possibili, che spingono il neonato a dover attivare i muscoli preposti alla suzione.
#4 – Cosa posso fare se la testa del mio bimbo è asimmetrica?
Se il bambino presenta un cranio piatto posteriormente da un lato solo o da entrambi i lati, è importante comunicarlo al pediatra, consultare un osteopata specializzato in pediatria che lavorerà sulla causa della plagiocefalia e far dormire il neonato in decubito laterale utilizzando appositi presidi che gli impediscano di “cadere” in posizione prona ( foto), alternando la postura sul fianco/semifianco destro e sinistro ad ogni periodo di riposo ( Peitsch 2002). oppure arrotolando un asciugamano che posizionate dietro la schiena partendo dalla zona dorsale, quindi non su collo e testa, favorendo anche il lato dove non gira la testa. In questo modo è possibile garantire un’assoluta sicurezza senza disattendere le raccomandazioni della American Academy of Pediatrics (AAP) per la prevenzione della SIDS.
In alternativa a ciò è possibile cambiare periodicamente la posizione del lettino rispetto alle sorgenti di luce o alla presenza dei genitori nella stanza, al fine di favorire l’alternanza dell’orientamento del capo del bambino. L’AAP raccomanda ai genitori, fin dai primi giorni dopo la nascita, di tenere il neonato in posizione prona, quando è sveglio, intrattenedolo per un tempo variabile in base al suo gradimento, per prevenire lo sviluppo di aree di appiattimento della squama occipitale e per facilitare al contempo il controllo del capo. La posizione prona da sveglio, comunemente definita “tummy time”, è una proposta che dovrebbe entrare a far parte del quotidiano del bambino.
#5 – A cosa servono i ruttini dei neonati?
E’ importante che un neonato faccia i “ruttini “ sia se é allattato al seno che artificialmente. Se la mamma ha tanto latte il neonato, soprattutto molto vorace, lo prenderà tutto e si fermerà solo quando arriverà al limite e vomiterà. Il consiglio è di fermarsi a metà poppata e far fare il ruttino, questo invierà al suo cervello il senso di sazietà, così, una volta riattaccato al seno o al biberon, lui finirà di mangiare ed i problemi di aria, rigurgito, ecc. si ridurranno.
In caso di rigurgito potete mettere un cuscino sotto il materasso al livello del tronco e della testa, oppure potete aiutarvi con un materasso anti-rigurgito.
#6 – Come portare il neonato?
Durante i primi mesi è importante portare il bebè in fascia, questo perchè permette di rispettare la fisiologia del neonato, mentre il marsupio lo fa stare con le gambe appese nel vuoto, non protegge le sue anche, e scarica il peso sui suoi genitali, e non sul suo sederino come invece dovrebbe accadere. Prima di qualche mese non deve essere posizionato con la faccia verso l’esterno perché si invertirebbe la fisiologica curvatura della schiena. Se pensiamo alla sua posizione nell’utero, il feto é rannicchiato, avvolto e protetto dalla placenta, al buio, in un ambiente caldo e sicuro, ecco perché quando nascono hanno bisogno di sentirsi avvolti, anche per dormire il loro corpicino ha bisogno di sentirsi avvolto come nella placenta.
#7 – Quanto é utile il contatto con il suolo?
Impariamo a lasciarli liberi, in spazi sicuri da noi preparati (foto), ricordatevi che è fondamentale che i vostri bimbi e le vostre bimbe gattonino, é importante perché aumenta la coordinazione degli arti e la propriocezione. Per propriocezione si intende la capacità del bambino di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista.
Se questo non succede una valutazione osteopatica con relativi trattamenti può essere molto utile.
#8 – Quanto è importante stare a pancia sotto?
E’ auspicabile ed estremamente importante che la maggior parte dei bambini possano trascorrere quotidianamente del tempo in posizione prona mentre sono svegli e sorvegliati: ovvero il potere trascorrere il momento di gioco in pancioni, o come lo chiamano gli anglosassoni il tummy time (tempo sulla pancia). La posizione prona, dopo i tre mesi, può essere mantenuta per più tempo e permette al neonato di rinforzare la sua muscolatura posteriore. E’ importante essere consapevoli di quanto impedisca il movimento del neonato lasciarsi vincere dalla tentazione di mettere i bambini in veglia attiva in “dispositivi” come ovetto, draietta, altalena, per lunghi periodi.
Nella nostra cultura sono necessari ed estremamente utili ai genitori, soprattutto durante gli spostamenti in auto o a passeggio; ma un bambino che sperimenta per tempo ingiustificato e prolungato questi dispositivi può avere effetti negativi, potrà adattare rapidamente la sua posizione ai contorni del dispositivo e questo può influenzare la libertà di movimento, l’allineamento scheletrico e la forma del cranio.
Al fine di presentare l’importanza del tummy time sullo sviluppo immediato e futuro di un bambino, è utile vedere alcuni principi pertinenti del normale sviluppo.
È necessario un controllo antigravitario per iniziare, mantenere, e concludere un movimento.
In altre parole, un neonato che non viene posizionato sul ventre non può avere l’opportunità di sviluppare la forza necessaria per potere muovere la testa e gli arti in modo adeguato contro la forza di gravità.
L’allungamento dei muscoli precede l’attivazione del muscolo stesso.
Mentre un bambino passa il tempo prono, i muscoli anteriori (es: flessori dell’anca, addominali, flessori del collo) vengono allungati. Come risultato di questo allungamento muscolare, a questi stessi muscoli è offerta l’opportunità di attivarsi completamente in modo controllato in posizione supina. Cioè, mettendo un bambino in pancioni, il genitore lo aiuterà ad attivare correttamente questa muscolatura per poter poi da solo rotolare e passare in posizione supina, ed in futuro riuscire ad avere un buon controllo in posizione seduta.
#9 – A cosa serve il gattonamento?
Gattonare prepara ed allena il bambino alla sua futura coordinazione motoria, il passaggio dalla posizione quadrupedrica a quella bipede (in piedi) permette la formazione delle curve fisiologiche (foto delle curve)
Grazie al gattonamento il bambino aumenta le abilità motorie e fini (movimenti ampi e raffinati ) , l’equilibrio , il coordinamento occhio-mano, scoprono la distanza e il posizionamento degli oggetti: esaminando un oggetto distante e poi mettendo in primo piano le mani al fine di raggiungere l’oggetto costringe i loro occhi per adattarsi alle varie distanze e incoraggia gli occhi a lavorare insieme. Questo sviluppo aiuta con competenze successivi come la cattura, la guida, o la copia di parole fuori una tavola. Avete mai sentito parlare del lato destro e sinistro del cervello? Ebbene, per poter funzionare al meglio, queste due parti devono essere in piena comunicazione tra loro e la loro capacità di comunicare non è un’abilità del tutto innata. Ci sono cose che dobbiamo fare per incoraggiare queste due parti a lavorare insieme, i movimenti richiesti per gattonare portano i due lati del cervello ad interagire tra loro. Un altro vantaggio del gattonamento è la fiducia in se stessi, il bambino impara anche a prendere decisioni circa la destinazione e la velocità, e il piacere del raggiungimento del suo
#10 – Come comportarsi con il girello?
Spesso i genitori si chiedono se comprarlo o meno al proprio figlio perchè sembra un buon mezzo per irrobustire i muscoli delle gambe e favorire la deambulazione più velocemente, in realtà non c’è niente di più sbagliato. Il Canada è il primo paese in cui è stata vietata la vendita del girello! E molto probabilmente verrà seguito piano piano da molti altri. Il governo canadese non ha piu’ permesso nè la vendita né l’importazione di altri modelli analoghi. La motivazione addetta è rappresentata dagli innumerevoli pericoli legati al suo utilizzo. La società italiana di Pediatria e dei pediatri sconsiglia vivamente l’acquisto come si può leggere anche su tutti i libretti pediatrici dei nostri bambini.
I girelli sono da molto tempo ritenuti pericolosi per il rischio che il bambino si diriga verso le scale, perché permette di afferrare oggetti pericolosi che altrimenti non sarebbero alla loro portata.
Ma soprattutto il girello che, erroneamente viene considerato un aiuto a camminare, in realtà spesso non permette di effettuare una fase importantissima che è quella del gattonamento, attraverso la quale il bambino sviluppa tutta una serie di riflessi che utilizzerà anche nella vita adulta. Il bambino dovrà da solo decidere quando alzarsi ed iniziare a camminare, senza essere forzato nè aiutato nei tempi e nei modi dai genitori o dal girello.
#11 – Come considerare il piede piatto del bambino?
Il piede piatto, nel bambino, rappresenta quasi sempre la normalità. La conformazione plantare è destinata a cambiare nel corso dello sviluppo fisiologico, fino a raggiungere la sua forma definitiva attorno ai 10-12 anni. Per questo i genitori non devono preoccuparsi se notano una posizione anomala del piede sul terreno nel loro piccolo. È importante verificare che non vi sia una vera e propria patologia. Esistono certamente “buone abitudini” che possano sostenere il piede del bambino verso una giusta postura. Il nostro cervello fa muovere il nostro corpo attraverso i messaggi che gli vengono trasmessi dal contatto dei piedi con il terreno, quindi bisogna stimolare la sensibilità dei piedi dei bambini, per abituarli a questo importante contatto. Si tratta, in pratica, di aiutarli a sviluppare la capacità di riconoscere il terreno su cui stanno camminando, e a imparare a mantenere l’equilibrio su differenti superfici». In questa operazione di “conoscenza” del piede è importante che sulle superfici lisce, come i pavimenti di casa, il piede sia nudo o con una calza antiscivolo. Di fatto il terreno “liscio” stimola solo in parte la formazione dell’arcata plantare attraverso allenamento di differenti gruppi muscolari che invece sono massimamente stimolati quando il bambino cammina su terreni sconnessi: la sabbia, ad esempio, è l’ideale per stimolare il piede in modo completo, o anche camminare sul prato. In casa ci si può divertire a creare delle superfici differenti per stimolare il piede del vostro bambino: ad esempio il tappetino fatto con i quadrotti che hanno una consistenza diversa dal pavimento e consentono al suo piede di ricevere nuove e differenti informazioni. Dopo i 10-12 anni se il piede piatto non si è corretto si può intervenire, dopo aver fatto una visita specialistica, con trattamenti osteopatici, con la fisioterapia, con l’utilizzo di plantari, fino ad arrivare all’intervento chirurgico, se eventuali indagini radiologiche, manifestano alterazioni strutturali ossee davvero importanti.
#12 – E’ importante che durante la crescita lo sviluppo muscolare sia aiutato dallo sport?
La filosofia legata all’osteopatia si basa proprio sul concetto che la vita è in movimento: dove c’è il movimento c’è la vita e dove c’è una buona circolazione sanguigna c’è la salute. Il problema si presenta quando lo sport viene praticato in maniera non corretta e questo sia a livello agonistico che amatoriale. Un discorso ancora più delicato riguarda i bambini sempre più precocemente avviati alla pratica di uno sport definitivo, in un’età nella quale dovrebbero invece sperimentare il più possibile tutte le loro abilità motorie in una fase di costruzione della loro struttura muscolo-scheletrica. Quindi si allo sport, ma con moderazione specialmente in un’ età che va dai 4 ai 6 anni in cui il bambino ha tutto il diritto di vivere i suoi ritmi, di utilizzare il gioco come sport o quanto meno di fare sport giocando, e di non essere iperstimolato da aspettative che in quell’età non sono di sua competenza.
#13 – Come posso salvaguardare la postura di mio figlio?
Nel periodo adolescenziale, spesso, il concetto di economia e comfort della postura vengono a mancare specialmente quando utilizzano gli zaini mono-spalla: un peso eccessivo portato sulle spalle o peggio ancora su di una sola spalla attiva alcune masse muscolo-dorso-lombari che possono instaurare un aumento delle curve come ipercifosi dorsale o iperlordosi lombare, questo perché si tende ad equilibrare il peso portando anche il collo in avanti causando contrazioni muscolari. Lo zaino giusto é fatto con delle bretelle larghe imbottite e riempito in altezza e non in larghezza.
Spesso gli adolescenti sono in una posizione in chiusura di spalla e del tronco, sia quando studiano che quando sono in classe o al computer tendono a mantenere una posizione lateralizzata ossia semi-sdraiata sul banco (foto)
Oppure davanti alla play station, alla Wii, X-box (foto)
quindi sarebbe necessario un tavolo o una scrivania con sedia di una giusta altezza, la seduta deve essere in fondo allo schienale e non in punta (foto). Inoltre é importante garantire tempi più brevi davanti alla televisione o ad altri strumenti elettronici sia per non compromettere la loro crescita psico-fisica.
CONCLUSIONI:
Nei neonati e nei bambini è particolarmente importante prestare attenzione alla struttura muscolo-scheletrica, in un’ottica di prevenzione e di cura, poiché una problematica in età evolutiva può consolidarsi e risultare incorreggibile in età adulta. Per migliorare lo sviluppo motorio del bambino è importante inserirlo in un ambiente che agevoli i suoi movimenti, per garantirgli maggiore libertà e futura autonomia.
Non possiamo insegnare a un bambino a parlare, così come non possiamo insegnargli a camminare. Ma possiamo, in entrambi i casi, supportarlo: parlando tanto e bene lo aiuteremo nella costruzione del linguaggio e lasciandolo libero di muoversi, dall’inizio della vita, favoriremo la sua motricità come l’equilibrio e l’autonomia. Per conquistare ogni abilità, è necessario avere il tempo di esercitarsi. È soltanto da terra che il bambino potrà imparare ad alzarsi senza passare da un supporto all’altro.. Ogni posizione è una conquista dettata da maturità psico-fisica, ottenuta naturalmente e senza sforzo. Il bambino così si girerà, gattonerà, si metterà seduto, camminerà quando sarà il suo momento e non prima.
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