Le intolleranze alimentari. Cosa sono?

Le intolleranze alimentari, principalmente, sono una vera e propria reazione tossica dell’organismo verso determinati alimenti, cibi comuni e insospettabili, i quali sono stati ingeriti attraverso un consumo eccessivo, e verso i quali, spesso, si è sviluppata una vera e propria dipendenza psicofisica.

Le intolleranze alimentari possono essere di due tipi: genetiche o acquisite: le prime sono dovute ad una predisposizione biochimica di base presente nei geni, le seconde, compaiono gradualmente o improvvisamente, spesso in concomitanza di periodi di forte stress, diete squilibrate, alterazioni della flora batterica intestinale, abusi di farmaci o situazioni simili, che causano l’indebolimento del sistema immunitario , scatenando appunto, delle reazioni infiammatorie. Importante non confonderle con le allergie che hanno origini differenti.

Le intolleranze alimentari possono essere causa di vari disturbi ricorrenti e persistenti, soprattutto a livello gastrointestinale, dermatologico o respiratorio .

La sintomatologia si manifesta il più delle volte con stanchezza psicofisica, insonnia, suscettibilità alle infezioni, stipsi o diarrea, dolori addominali, dolori muscolari, gonfiore, ritenzione idrica, calo o eccesso di peso corporeo, mal di testa, acidità di stomaco e difficoltà digestive, gastrite, afte, inappetenza o eccessivo appetito, sbalzi di umore palpitazioni, vertigini, dermatiti, sensibilità agli allergeni, aggravamento delle patologie croniche preesistenti,raffreddori e altre infezioni ricorrenti delle vie aeree, eruzioni cutanee.

Sovente queste sintomatologie non vengono attribuite, dalla medicina tradizionale, come conseguenze di problemi alimentari e vengono curate in maniera tradizionale senza grandi e duraturi risultati, prolungando il grado di tossicità nell’organismo.

La soluzione è, dopo aver individuato gli alimenti nocivi attraverso alcuni test ( i più comuni sono il Vega Test, Dria test, test ELISA, test muscolare Kinesiologico) eliminarli per qualche mese, sotto controllo medico, affinché l’organismo possa disintossicarsi completamente. E’ necessario in questo contempo sostituire tali alimenti con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell’organismo in maniera equilibrata, variandoli il più possibile , in maniera tale da non creare assuefazione ,e quindi nuove intolleranze.

Quando si eliminano dalla dieta gli alimenti o le sostanze sensibilizzati, i primi risultati positivi come riduzione o scomparsa dei sintomi o disturbi, si riscontrano già dopo pochi giorni, per stabilizzarsi dopo almeno una quindicina di giorni. In particolare, se si è in sovrappeso, si può perdere rapidamente peso per la perdita di liquidi dovuta alla scomparsa di ritenzione idrica o dell’edema allergico e avere una netta diminuzione dello stimolo della fame. Questa reazione è normale ed è dovuta al riassestamento del metabolismo.

Dopo il periodo di cura, sempre sotto controllo medico, si può gradualmente reintrodurre questi alimenti nella normale alimentazione.

Le intolleranze alimentari più frequenti sono : frumento, latticini, zucchero bianco, soia, lievito, uova, additivi e conservanti.

E’ tuttavia impossibile generalizzale, in quanto l’unico sistema di verifica individuale è il test. Per prevenire la comparsa di intolleranze alimentari il consiglio migliore è quello di avere una alimentazione sana ed equilibrata e il più varia possibile ricca di numerose proteine ( per gli aminoacidi essenziali in esse contenute),vitamine, minerali e acidi grassi polinsaturi.

 

Tiziana Sorrentino

 

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