Come ben sappiamo la natura funziona in modo ritmico e ciclico, l’universo è regolato dall’alternanza, le stagioni si susseguono con ordine.
Dal nostro primo giorno di vita, questo ritmo è sempre stato molto regolare, diventando il metronomo delle nostre giornate. Queste, non sono sempre così lineari durante il corso della vita, spesso ci ritroviamo a lottare contro il tempo, entrando inevitabilmente in un circolo vizioso: la vita caotica.
Il caos non rientra nello stile di vita naturale ma spesso bussa alla nostra porta come ospite inaspettato e l’unica soluzione è farlo accomodare, modellando il nostro stile, facendo quasi impazzire il metronomo, che fortunatamente riesce a tornare al suo ritmo naturale, lento e delicato.
Come gestire l'ospite grazie alla routine?
Questo ospite, indirettamente, entra anche nello stile di vita dei bambini, che deve adeguarsi e modellarsi a quello dei genitori, uno stile spesso frenetico, purtroppo dettato da altri fattori sociali.
I bambini quindi, si ritrovano ad avere agende piene come quelle dei manager di alto livello. La loro settimana è scandita da diversi impegni, anche più di uno al giorno: calcio, nuoto, basket, teatro, musica, catechismo, senza contare le feste di compleanno, pomeriggi in ludoteca, doposcuola, partite e gare che si svolgono nei week-end.
Che meccanismo scatta nella testa dei bambini?
I bambini iniziano a sentirsi come palline da ping pong, dopo la scuola inizia la famosa corsa contro il tempo. Spesso, durante il giorno sono “sballottati” da una parte all’altra e trovare un’ora libera in un giorno qualsiasi della settimana diventa un’impresa.
Ricordo una frase ingenua di un mio piccolo paziente che alla domanda: ” Allora F. quando ci vediamo? ” Rispose : ” Forse mercoledì, perché è il mio giorno libero”. Sorrisi meravigliata e pensai a come F. si fosse adeguato al ritmo imposto dai suoi genitori.
Perché queste agende sono così piene?
Molti genitori cercano di fornire ai propri figli il maggior numero possibile di strumenti per affrontare il mondo di “quando saranno grandi”, così da essere “vincenti” in una realtà competitiva come quella attuale, con l’illusione che più cose imparano ora, meno problemi avranno domani. Non è esattamente così.
In altri casi si riempiono le agende di impegni dei bambini, facendo svolgere attività che hanno, sì l’intento di stimolare, ma senza tener conto di quelle che sono effettivamente le loro attitudini e passioni; deprivati, per scelta o per forza, del loro tempo libero. Costretti a non annoiarsi mai.
Bisognerebbe ricordare che non sono i nostri figli a dover portare avanti e realizzare quelli che erano i nostri sogni, le nostre passioni mai raggiunte, oppure a soddisfare le nostre aspettative.
Nella relazione con i bambini si dovrebbe lavorare sul qui ed ora. Loro si nutrono di questi preziosi momenti, altrimenti diventa quasi inutile pensare al domani non vivendo bene il presente.
Come si potrebbe gestire un ritmo più funzionale?
Attraverso una routine ben scandita, senza eliminare ovviamente i cambi di programma e le avventure estemporanee che sono altrettanto fondamentali, routine ed improvvisazione, necessariamente convivono ma di base, la routine è importante poiché scandisce il ritmo fisiologico dell’alternanza positiva che regola sia la mente che il fisico.
L’improvvisazione, molto spesso, diventa necessaria. Pensiamo per esempio ad una bella giornata di sole, ad una sorpresa da preparare, il desiderio di una passeggiata, l’idea di un pic-nic, in questi casi risulta fondamentale una prospettiva diversa e allora ben vengano i cambiamenti.
Tuttavia, quest’ultimi fanno parte della vita fin dalla più tenera età, ed è quindi importante insegnare ai bambini anche ad essere flessibili. Ove possibile bisogna cercare di preservare la struttura generale della routine della giornata, provando a mantenere alcune attività nello stesso ordine. Questo mostrerà ai bambini che, qualsiasi cosa stia cambiando nella loro giornata, ci sono punti fermi sui cui possono fare affidamento sempre.
Molti diranno che sulla carta sembra semplice ma che nella realtà impostare e mantenere tale routine non è facile; altri più motivati, iniziano con entusiasmo ma dopo poche settimane, tendono a gettare la spugna perché secondo loro la routine non funziona.
Adesso provate ad immaginare il vostro primo giorno di lavoro, in un ambiente nuovo, nessuno vi spiega come muovervi, dove si trova la vostra postazione e come si svolgerà la giornata lavorativa. Inizialmente vi sentirete disorientati, inappropriati, perché incapaci o impossibilitati di mostrare le proprie competenze.
Pensiamo allora ad un bambino molto piccolo che viene al mondo: come potrebbe sentirsi se nessuno gli desse una direzione? Bisognerebbe quindi, creare una routine quotidiana composta di schemi e regole. Tutto questo ha una funzione rassicurante e non fa altro che aiutare grandi e piccoli in una prospettiva liberatoria, dal momento che non si è costantemente costretti a prendere delle decisioni, avendo soluzioni naturali, perché ripetitive e familiari, senza dover decidere da capo come vivere ogni momento.
Considerazioni finali
In conclusione è importante sottolineare che la routine viene interiorizzata e generalizzata. Soltanto in una fase iniziale è legata al medesimo ambiente ma non appena il bambino l’ha compresa e assimilata, potrà lui stesso ritrovarla e crearla ovunque andrà, anche lontano da casa .