Depressione Post Partum: quali sono i segnali, come prevenirla e come affrontarla

Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta.La madre è raddoppiata,poi divisa a metà e mai più intera. Erica Jong

Per nove mesi sei stata al centro dell’attenzione. Hai vissuto uno stato di grazia mai trascorso, le aspettative che l’arrivo di tuo figlio potesse aumentare la tua gioia, il tuo senso di completezza, la tua maturità, ti hanno accompagnato per tutta la gravidanza.

Arriva il momento del parto, un potente impulso dentro di te ti da la forza e le energie per far nascere tuo figlio. Eccolo, è lui colui che tu e il tuo compagno, e chi ti è stato vicino, avete tanto atteso con impazienza, entusiasmo e curiosità. E’ li tra le tue braccia!

Ma…Improvvisamente il completo interesse è rivolto al piccolo nato. Tu, passata nettamente e naturalmente in secondo piano, ti trovi in una situazione di grande stanchezza per la fatica del parto che si aggiunge alle prime notti in bianco, condivise col il tuo partner, i pianti di tuo figlio e tutte le preoccupazioni per le condizioni di salute. Questi fattori aggiunti ad altri possono comportare il rischio, se persistenti, di incappare nella Depressione Post Partum.

Il puerperio e i cambiamenti ormonali

Il periodo che va immediatamente dopo il parto, che dura circa 6-8 settimane, rappresenta un momento difficile per la neomamma.

Questo lasso di tempo, definito puerperio perché segna il passaggio dell’organismo dallo stato gravidico a quello puerperale, dal graduale adattamento richiesto dalla nuova realtà e dalle nuove responsabilità, vede la donna coinvolta anche da un drastico cambiamento ormonale.

Gli alti livelli di estrogeni e progesterone presenti in gravidanza, crollano improvvisamente e con loro anche il tono dell’umore e il senso di maggiore tranquillità e rilassamento.

Date queste premesse alle quali si uniscono il cambiamento di ruolo, l’ansia per le attuali responsabilità, il cambiamento dell’aspetto fisico, è naturale che la neomamma si possa sentire preoccupata e triste.

Baby Blues e Depressione Post Partum: come distinguerli?

Una prima distinzione importante è quella tra il maternity blues o baby blues, ossia quella condizione di transitoria malinconia tristezza, irritabilità e inquietudine, dalla depressione post partum, in cui queste sensazioni si protraggono oltre 6 settimane, sono più intense e si verificano in modo costante.

Il Baby Blues materno insorge nella prima settimana dopo il parto e si protrae, fino alla naturale scomparsa, entro le successive 4 settimane. I segnali sono:

  • Ti senti sotto tono con costante voglia di piangere mentre gli altri sono tutti felici.
  • Ti senti spossata fisicamente e mentalmente. Questo è conseguente sia della fatica del parto sia dall’impiego continuo di energie per accudire il tuo bambino
  • Ti senti ansiosa e insicura soprattutto per ciò che riguarda il da farsi per il tuo bambino

Tutto ciò è naturale perché con il parto vi è un drastico cambiamento ormonale ossia vi è un crollo del progesterone e degli estrogeni, correlati alla riduzione nella produzione di endorfine, “gli ormoni del benessere”, e di dopamina, ormone responsabile del desiderio, sia a livello sessuale sia a livello pratico e mentale.

Gli estrogeni non agiscono soltanto a livello ovarico e uterino, ma hanno anche un’azione sul sistema cardiovascolare, sulle ossa, sulla pelle, sui  muscoli,  e, in genere hanno un’azione benefica sul tono dell’umore. Il progesterone, in genere, induce un senso di maggiore tranquillità e rilassamento.

Quando questi sintomi non scompaiono ma si intensificano siamo di fronte ad una Depressione Post Partum. Possiamo identificare 10 segnali ricorrenti:

  • Ti senti triste e piangi quasi ogni giorno, niente ha più colore!
  • Hai la sensazione di valere poco, ti senti una fallita e di essere inutile come madre e per questo ti fa sentire in colpa.
  • Ti senti eccessivamente affaticata e hai difficoltà a concentrarti anche sulle piccole cose.
  • Ti dicono di dormire e riposare quando tuo figlio riposa ma tu non riesci proprio.
  • A volte non ti va di mangiare altre svuoti il frigo.
  • Sei distratta e ti dimentichi spesso le cose.
  • Ti agiti per nulla.
  • A volte non ti va di mangiare altre svuoti il frigo
  • Hai la sensazione di non provare sentimenti di amore nei confronti di tuo figlio.
  • E a volte pensi che sarebbe meglio tu non ci fossi.

Quali sono le conseguenze della Depressione Post Partum e come si può affrontare

La depressione post partum se trascurata può portare delle conseguenze nella relazione che c’è tra te e il tuo bambino. I bambini sono molto sensibili e avvertono gli stati d’animo di chi si prende cura di loro.

Se tu sei giù di morale, hai poca voglia di interagire con lui, di giocarci, di sorridergli è possibile che lui reagisca inizialmente con un pianto più frequente rispetto agli altri bambini. Con il passare del tempo se la depressione persiste, il percorso di crescita del bambino può rallentarsi, possono manifestarsi problemi di attenzione e apprendimento, come anche atteggiamenti aggressivi o ansiosi in età scolare e adolescenziale.

Bisogna quindi stare attenti ai segnali che ci indicano che siamo di fronte ad una depressione post partum, non nasconderla, o vergognarsi di soffrirne ma affrontarla chiedendo aiuto. Un percorso di sostegno psicologico può essere un valido strumento per uscirne e liberarsene.

Conclusioni

La depressione post partum è oggi una malattia molto diffusa. Il periodo del post partum è ricco di emozioni non sempre positive, di cambiamenti, di stravolgimenti e questo spesso destabilizza la neomamma, ma anche il neopapà.

Dalla serenità della madre dipende quella del proprio figlio e questo è un punto fondamentale dal quale partire. Per tale motivo, se trascorse le prime sei settimane post partum, persiste la tristezza, lo sconforto, la malinconia e i diversi segnali sopra citati, è il caso di rivolgersi a figure specializzate che possano aiutarti a superare questo delicato momento.

Dott.ssa Valentina Nichi

Potrebbe interessarti anche Grassi idrogenati ed allattamento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto